Текст на итальянском с аудио «Conversazioni sul treno»

 

Allora iniziamo subito. Credo che noi tutti abbiamo delle piccole cattive abitudini. Se penso alle mie, la prima che mi viene in mente è quella di non poter iniziare la giornata senza il mio caffè. Ma questa direi che non è poi così cattiva. Ne ho un'altra, di cui mi ero dimenticata da quando vivo qui in Svizzera. Vi chiederete forse come ci si può dimenticare di un'abitudine. Beh, la risposta è molto semplice: la mia abitudine è legata alla lingua italiana.

 

Fin da quando ero bambina sono rimasta sempre affascinata dall'ascoltare le conversazioni degli altri sul treno o sul tram. Lo so, è una cattiva abitudine, ma per me è come un gioco di fantasia. Vi spiego subito. Io non ascolto tanto per sapere i segreti degli altri, ma io ascolto le storie che si raccontano le persone e mi invento poi dei finali divertenti. A volte, se non riesco a immaginarmi un finale, ho la tentazione di intervenire nella conversazione per dire la mia idea, ma generalmente non lo faccio.

 

Il mese scorso sono stata in Italia in treno e mentre ero lì seduta, i miei vicini di posto hanno iniziato a chiacchierare tra di loro. Ecco che improvvisamente la mia vecchia abitudine si è risvegliata. Istintivamente ho smesso di leggere e ho, timidamente, iniziato ad ascoltare la loro conversazione. Parlavano di una loro amica che, tramite facebook, aveva contattato un suo vecchio fidanzato. I due vecchi amici avevano così iniziato a scriversi e piano piano si erano innamorati.

 

La storia è poi continuata, ma c'era un piccolo ostacolo che si metteva in mezzo a questo amore: la ragazza si sarebbe dovuta sposare entro due settimane. La storia si faceva sempre più interessante. La mia fantasia iniziava già ad immaginare diversi finali. La ragazza si sarebbe sposata nonostante la nascita di un nuovo amore? Il ragazzo avrebbe convinto la ragazza a non sposarsi?

 

Il futuro sposo avrebbe mai saputo quello che stava succedendo? Ero veramente curiosa di ascoltare la fine della storia, quando improvvisamente il treno si è fermato e i miei due vicini di posto sono scesi perché erano arrivati a destinazione. Non potrò mai sapere come è andata a finire, ma questo non importa perché grazie alla mia fantasia posso fare finire la storia come meglio credo.

 

Quando viaggio, mi diverto a fare anche un altro gioco. Guardo le persone che sono sedute vicino a me e mi invento una storia su di loro. Inizio a fantasticare sulla destinazione e sul motivo del loro viaggio. Osservo i particolari e provo a inventare loro una professione. Mi diverto molto e vi assicuro che il tempo passa in frettissima. Voi come passate il tempo quando viaggiate in treno? Vi piace chiacchierare con i vostri vicini oppure preferite leggere o ascoltare la musica in silenzio?

 

Qualche settimana fa una mia amica mi ha proposto di andare ad un concerto di un cantante italiano qui a Zurigo. Il cantante è Claudio Baglioni e le sue canzoni mi hanno accompagnato durante tutta la mia adolescenza. Ora non l'ascolto più, ma le sue canzoni le ho cantate centinaia di volte. Quasi tutti gli italiani conoscono i ritornelli delle sue canzoni più famose. Quando ho preso il biglietto, non ero particolarmente emozionata. Siamo arrivate al teatro circa un quarto d'ora prima dell'inizio del concerto. Abbiamo cercato i nostri posti e ci siamo sedute.

 

Mi sembrava così strano essere seduta in un concerto. Era la prima volta che andavo a vedere un cantante italiano in un teatro zurighese con il posto numerato. Le luci si sono spente e alle sette in punto è iniziato il concerto. La prima canzone è stata "Avrai", una canzone scritta per suo figlio. Una canzone meravigliosa, probabilmente la mia preferita. Le parole, sepolte nella mia memoria, erano lì, pronte per uscire dalla mia bocca. Ho iniziato a cantare a bassa voce, seguendo la musica.

 

Poi, piano piano che le canzoni si susseguivano mi rendevo sempre più conto che mi ricordavo tutte le parole di tutte le canzoni. Mi è venuta voglia di ballare, di cantare a scuarciagola, ma la signora di fianco a me non era molto d'accordo. Continuava a guardare male me e la mia amica che come due ragazzine cantavamo e ballavamo sulla sedia. Ma come si fa a vedere un concerto di Claudio Baglioni seduti? La musica ci faceva fare alzare dalla sedia.

 

La mia amica, allora, ad un certo punto si è alzata e mi ha perso per mano e mi ha detto: "Vieni, ho un'idea". Siamo corse vicine al palco, dove ancora non c'era nessuno e ci siamo messe a cantare e a ballare. Finalmente potevamo essere libere di fare quello che volevamo. Una volta uscita, ero ancora molto emozionata. Mi sono sentita molto italiana, mi sono sentita di fare parte di una comunità che ha una cultura musicale comune.

 

Ho pensato molto a come anche la musica sia un fattore culturale che può unire le persone e farle sentire uguali, anche solo per un momento. L'emozione che ho provato nell'ascoltare quelle canzoni, mi ha fatto sentire di appartenere all'Italia. Ho capito e provato in prima persona quanto le radici siano profonde in ognuno di noi. Per quanto io vivrò all'estero sarò sempre italiana.

 

Oggi, per la rubrica le regioni d'Italia, ho deciso di parlarvi di una delle due maggiori isole italiane: la Sicilia. Quest'isola meravigliosa viene troppo spesso collegata in maniera negativa alla parola "mafia". Si certo, non posso negare che in Sicilia esista la mafia, ma la Sicilia è anche altro. La Sicilia è cultura, storia, natura. A questo proposito, un film molto interessante è "Baarìa", antico nome della cittadina di Bagaria.

 

Il film, diretto da Tornatore, è stato presentato il 2 settembre del 2009 alla sessantaseiesima mostra internazionale del cinema di Venezia. La trama è molto semplice: è la storia di una famiglia attraverso tre generazioni. Il protagonista è Peppino Torrenuova, un bambino negli anni trenta, che fin da piccolo lascia la scuola e inizia a lavorare. Dopo la guerra, grazie ad un piccolo furto in una banca riesce a comprare degli animali e a aiutare economicamente la sua famiglia.

 

Fin da giovane entra a far parte del partito comunista, passione che con gli anni diventa un vero lavoro a tempo pieno. S'innamora di Mannina, ma la sua famiglia è contraria al loro fidanzamento. I due giovani innamorati decidono così di risolvere la situazione con una fuitina. Il film è molto interessante perché vi sono riferimenti alla mafia, al fascismo e alle lotte sociali del dopo guerra.

 

Un particolare interessante è che il film è girato originariamente in dialetto siciliano, ma poi è stato doppiato in italiano dagli stessi attori per evitare l'uso dei sottotitoli per il resto dell'Italia. Il film è veramente molto interessante e merita di essere visto.

 

©podclub

 

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