Диалог на итальянском с аудио «Italianità «i de Schwiiz»

 

Cesare: Oggi vi parleremo di alcune feste italiane a cui abbiamo partecipato e della situazione della lingua italiana in Svizzera. Iniziamo con la festa dei 50 anni di Salvatore, un nostro amico pugliese arrivato in Svizzera quando aveva solo 5 anni. È stata innanzitutto l'occasione per rivedere tanta gente che incontriamo solo un paio di volte all'anno. A questo genere di festa poi la prima cosa che colpisce è la mescolanza linguistica dei presenti. Lo striscione di benvenuto è solo un esempio: un italiano i de Schwiiz!

 

Elisa: Qui non esiste sud e nord. Gli italiani in emigrazione si ritrovano e solidarizzano senza prestare attenzione al paese d'origine. È come se giocasse sempre la Nazionale di calcio. Siamo italiani all'estero. Punto.

 

Cesare: Quindi, come cercavo di dire prima, alla festa si sente parlare il pugliese, il siciliano, ma anche l'abruzzese, il trentino e il veneto. Oltre naturalmente allo svizzero tedesco. La festa si è pur sempre svolta nella periferia di Zurigo. Per me, queste occasioni erano particolari perché come ticinese (e quindi svizzero) mi parlavano subito in svizzero tedesco. Allora dovevo spiegare che anche con il passaporto rossocrociato preferivo parlare l'italiano. Ora però…

 

Elisa: Sì, certo caro Cesare. Nel frattempo, poi, devo dire che con lo svizzero tedesco te la cavi abbastanza bene. La festa è stata bella anche per alcune scenette presentate dai vicini di casa svizzeri. Ecco le più divertenti: Salvatore che prima di assaggiare qualcosa lo passa alla moglie Giusi, chiedendo se può piacergli, — No, tesoro, questo non mangiarlo! Non ti piace -; la scena alla frontiera con vino, olio e formaggi vari nascosti dappertutto nella macchina. Oppure quando Salvatore vestito tutto elegante porta il sacchetto dei rifiuti organici negli appositi contenitori della raccolta differenziata. L'immancabile karaoke con canzoni e testi di Celentano, Vasco Rossi e Battisti. Davvero molto divertente.

 

Cesare: Naturalmente, non ci sono state troppe scenette e scherzi sulle specialità culinarie degli italiani. Le ragioni sono chiare: quando si va a una festa italiana, l'ultima preoccupazione è la cucina. C'era di tutto e tutto era molto buono.

 

Elisa: E così Cesare — tanto per cambiare — la tua dieta la comincerai settimana prossima. Comunque, hai ragione. La cucina italiana è la migliore del mondo. Basta un piatto di spaghetti cotti al dente, una salsa di pomodori freschi e un buon bicchiere di vino e tutti sono contenti.

 

Cesare: Come per la Serata all'italiana organizzata lo scorso venerdì nel nostro quartiere. Anche questa ha avuto un grande successo. Un piatto di spaghetti e un film italiano. Questa la ricetta vincente. Vero Elisa? Eh sì, cari ascoltatori, quando c'è qualcosa da organizzare Elisa non si tira mai indietro e anche per questo avvenimento ha lavorato sodo.

 

Elisa: Mmh, sempre polemico oggi eh? Era la prima volta che si faceva qualcosa del genere e mi sembrava giusto dare una mano. Tu intanto quando sei arrivato hai trovato subito tutto pronto.

 

Cesare: Oddio, subito tutto pronto… un certo ritardo "italiano" c'era.

 

Elisa: Beh sì, ma era dovuto al fatto che è arrivata molta più gente del previsto. Alcuni addirittura venti minuti prima dell'apertura. Ormai quella del ritardo italiano mi sembra un luogo comune che non corrisponde più al vero. Che ne dite cari ascoltatori? La serata comunque è piaciuta — Cesare ha mangiato una porzione doppia — e Cinema paradiso è rimasto un classico anche a 20 anni di distanza.

 

Cesare: Il fatto speciale è che c'erano anche diversi svizzeri, con poche conoscenze dell'italiano. Insomma, basta proporre un piatto di pasta e un film ed ecco che la sala è piena e si pensa già alla prossima edizione. Anzi se qualche ascoltatore ha una proposta da fare circa il prossimo film da far vedere… può naturalmente lasciarci un messaggio.

 

Elisa: Certo che sei strano, Cesare. Prima mi critichi perché mi do da fare e poi cerchi già di organizzare la seconda edizione.

 

Cesare: Sono fatto così. Ci vuole un po' a convincermi poi però quando inizio a far qualcosa, vado fino in fondo. E poi i complimenti alla fine li hanno fatti anche a me che non c'entravo niente.

 

Elisa: I complimenti, certo. Quando organizzi qualcosa sono sempre il premio più bello. Ultimamente mi sembra che non ti siano mancati!!

 

Cesare: Alludi alla Giornata delle lingue?! Sì, è vero. Anche questa manifestazione è andata bene, e questa volta i complimenti erano giustificati. I lavori di preparazione sono stati lunghi e faticosi. In ogni caso, ho cercato anche di raccogliere delle critiche costruttive per poi ovviamente migliorare la prossima edizione. La Giornata delle lingue ha ribadito l'importanza del plurilinguismo in Svizzera. Questo è considerato come una vera e propria ricchezza culturale del Paese. E poi — qualche giorno fa — anche il Consiglio federale in una presa di posizione ha sottolineato l'importanza delle tre lingue ufficiali della Confederazione.

 

Elisa: Tutte belle parole. Occorre però anche qualcosa di concreto. Cosa si fa per sostenere e per ricordare che la Svizzera ha tre lingue nazionali?

 

Cesare: Ti ricordi l'ultima l'esposizione sulla famiglia al Museo nazionale? Il Museo presenta tutte le sue mostre anche in italiano. Sì, certo, non è tanto, ma perlomeno un primo passo. Comunque — cari ascoltatori — proprio al Museo nazionale ho notato che le tre lingue nazionali sono sempre presentate nel modo seguente: in alto il tedesco (dall'alto del suo 65 per cento di parlanti), al centro il francese (con il suo 20 per cento) e in basso l'italiano (per il 6 — 7 per cento della popolazione).  Se i germanofoni guardano tutti dall'alto, gli italofoni per leggere le spiegazioni devono guardare verso il basso, inchinarsi al tedesco e al francese.

 

Elisa: Cesare, mi sembra che tu stia esagerando adesso. Invece di essere contento d'aver trovato tutto in italiano, perdi tempo a farti questi problemi. Dai!!!

 

©podclub

 

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